Malte Naturali D'Autore per Formulazione

Le possibili ed infinite tipologie strutturali delle murature, molto spesso caratterizzate da materiali conformi alla morfologia dei luoghi d’appartenenza, possono essere trattate attraverso l’identificazione degli elementi principali, che costituiscono i muri portanti, come i conci e le malte. Questi, componendosi, definiscono la qualità statica dei Manufatti.



E’ importante rilevare che per le murature storiche i conci di roccia, siano essi d’origine ignea o sedimentaria e le malte, insieme componendosi, definiscono le parti essenziali e strutturali dell’edificio.



Trattando di malte, quindi, il luogo ed il tempo opportuno prima di tutto è quello che appartiene alla fase investigativa che servirà a definire quella progettuale.



Tale fase, nel rispetto delle preesistenze, deve essere curata con scrupoloso intendimento, perché, la composizione mineralogica dei composti, il rapporto in volume definito dagli aggregati sul legante, le conseguenti caratteristiche meccaniche finali delle miscele, attraverso una sapiente posa, diano risultati soddisfacenti e durevoli.



In merito al rapporto in volume tra aggregati e legante occorre ricordare l’importanza di quantità decrescenti di quest’ultimo. Le miscele che compongono il rinzaffo, la rincocciatura, il traversato e la finitura, devono avere resistenze di compressione, flessione e modulo elastico, decrescenti secondo dati definibili anche attraverso prove fisiche.



Assoluta rilevanza riveste la conoscenza della tipologia morfologica e strutturale della roccia e della malta d’allettamento, presente, nel manufatto in esame da recuperare e conservare. Le caratteristiche intrinseche, delle murature preesistenti, rappresentano i dati di partenza per definire un mix di malte appropriate da realizzare ed adottare.



Le scelte progettuali delle malte contribuiscono, in maniera sostanziale, sia in termini strutturali, sia in resa cromatica, in particolare quando quest’ultima è ricercata solo attraverso l’uso d’aggregati naturali senza aggiunta d’additivi coloranti.



La malta per finitura non è solamente mera espressione coloristica, ma parte integrante dell’intero pacchetto che compone i diversi strati del corpo murario che devono assorbire e trasudare in modo consequenziale a garanzia di continuità e scambio.




La cromia finale, del manufatto, non è effetto percettivo affidato solo ad una pellicola superficiale ma risultato materico che assume spessore e profondità.


QUESTO BLOG FINALIZZA INTENTI CULTURALI ED INTELLETTUALI.
I DOCUMENTI INSERITI, SCRITTI INTEGRALMENTE DAL
DOTT. ARCH. GIUSEPPE ANTONIO LONGHITANO
DOPO ANNI DI RICERCA ED ESPERIENZA NEL SETTORE DEL
RECUPERO CONSERVATIVO
(ANCHE SE SCARICABILI SENZA PREVENTIVA AUTORIZZAZIONE)
RESTANO DI ESCLUSIVA PROPRIETA' DELLA SCRIVENTE.
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"CONSULENZA e PROGETTAZIONE SPECIALISTICA SULLA FORMULAZIONE ED APPLICAZIONE DI MALTE NATURALI BASE COCCIOPESTO, CALCE AEREA E CALCE IDRAULICA NATURALE". A: tutti coloro che credono nella possibilità di impiegare "MALTE NATURALI SOSTENIBILI" e sono convinti che il Patrimonio Storico-Culturale sia bene di tutti e che tutti possono sentirsi parte in causa attiva per la salvaguardia ed il benessere del NOSTRO TERRITORIO e dei NOSTRI CENTRI STORICI, intesi come rapporto biunivoco tra "morfologia territoriale e morfologia urbana". dott. arch. giuseppe antonio longhitano

DOCUMENTI ESPLICATIVI: PRINCIPI FONDANTI - DOCUMENTI TECNICI - RELAZIONI e CONSIDERAZIONI.

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USO DI LEGANTI NATURALI. In riferimento all'uso di calce idrata in polvere o grassello di calce. (nota generata da un confronto sulla necessita di usare o meno calce idrata in polvere per la formulazione di malte naturali).


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SULLA SCELTA D'INTERVENTO. Rimuovere o Mantenere gli intonaci di sotto strato nelle Murature Storiche.


SOSTENIBILITA' AMBIENTALE e Globalizzazione per la Salvaguardia dell'Ambiente e dell'Umanità.

Come per qualunque argomentazione, la necessita di stabilire le linee guida, per una comprensibilità condivisa, non può essere disattesa per una cosi forte ed attuale tesi come quella della "Sostenibilità".

L'uomo, attraverso l'evoluzione tecnologica, la ricerca innovativa incontrollata, la volontà di trasformazione ma con più certezza la volontà di un consumismo sfrenato, ha delineato la perdita di controllo dell'eco sistema fino al punto da non avere consapevolezza e riscontro dell'utilizzo delle materie prime, necessarie ed usate per la trasformazione, dimostrando scarsa attenzione alla possibilità certa di esaurimento della risorse naturali oltre ad un inquinamento dell'ambiente dilagante che rischia di soffocarci. 

Risulta ovvio che: gli effetti  devastanti e generati da una continua produzione e trasformazione di prodotti, ottenuti senza un'organica programmazione, non possano più essere perseguiti.

Necessita, come di fatto è in atto, una radicale trasformazione sostenibile, che segna le sue affermazioni di radici e consapevolezza nella: " Conferenza sull'Ambiente Umano" tenuta a Stoccolma dalle Nazioni Unite del 1972 e certo non trascurabile il "Rapporto Brundtland" del 1987.

Da quella conferenza la convinzione: che bisogna  intervenire e sensibilizzare tutti, allo scopo di finalizzare sempre un ciclo completo  che generi un processo  definito anche attraverso  linee guida di continuità e controllo che possano gestire integralmente il prodotto,  partendo quando possibile dall'idea che definisce tale opera; può essere riassunta come  utilizzo, durabilità e riciclo. Tali tracce possono servire come forza costante che accompagna i ravveduti .

Il tutto  gestito  in maniera tale da garantire un ciclo organico chiuso che riduca al minimo o tenda allo zero lo scarto come rifiuto e garantisca la qualità dell'ambiente.
Il rifiuto da scarto è l'atto conclusivo di qualunque ciclo, preferibilmente, da scongiurare comunque da controllare; non è un caso che la riciclabilità sia un altro tema correlabile e strettamente connesso al tema trattato.

Il concetto di sostenibilità non può prescindere da quello di globalizzazione in atto, quest'ultima  è forse  la forza generatrice della sensibile crescita individuale e comunitaria che mira dritta verso la salvaguardia dell'ambiente e della stessa umanità.
Umanità che si è trovata catapultata nella nuova visione della società contemporanea che da sfrenata e consumista cerca di far nascere una nuova società matura che, attraverso la  conservazione  trova  radici nella sua consapevolezza storica; quest'ultima necessaria per la giusta visione dell'intera esistenza umana.
La nuova società si affaccia verso un nuovo mondo in totale trasformazione.
Questa Nuova Società è consapevole di dovere gestire Il suo operato diligentemente nel rispetto dell'utilizzo delle risorse umane  e dei materiali naturali. Società che si muove nel convincimento di operare anche attraverso la salvaguardia delle generazione future, al fine di garantire e garantirsi  la continuità umana attraverso un controllo dell'eco sistema che come involucro  ci ospita e ci offre le sue potenzialità .
Queste risorse devono essere sfruttate nel rispetto della rigenerazione delle stesse al fine di scongiurarne l'esaurimento ed attraverso metodiche di trasformazione ad impatto prossimo allo zero a tutela dell'ambiente.
L'individuo come matrice del tutto, necessità che diventi esso stesso diligentemente sostenibile.  Necessita  comprendere che l'essere umano è parte integrante dell'ambiente, che appartiene a tutti, ed è lui che vivendolo lo trasforma quotidianamente.
 
Risulta ovvio come esistano dei fatti sostanziali che determinino l'esigenza di un intervento sostenibile.Tre i fondamentali filoni: 1 - la nascita di un nuovo prodotto, 2 - il mantenimento in vita di un prodotto esistente e per il quale è stato generato .
3 - il riciclo del prodotto nella speranza di una nuova vita. 
Per tutti e tre i casi lo scarto, generato dai tre cicli, rappresenta un indice fondamentale per comprendere cosa si intenda per processo sostenibile.Possiamo dire: - "più lo scarto è prossimo allo zero più il nostro operato può essere definito sostenibile; quindi quanto più il nostro operato è capace di generare, mantenere, riciclare un prodotto, mantenendo minimi i consumi inutili e nocivi, più sostenibile sarà il nostro intervento.È evidente come emerga che l' opera più è necessaria più essa si muove nel rispetto dell'ambiente, meno consumi si generano per l'ottenimento dello stesso più l'oggetto stesso è sostenibile; quindi "metodo di sostenibilità",- massimizzazione della qualità con il minimo impegno di risorse intese come consumo di materie prime,- ancora possiamo dire che le materie necessarie per generare il prodotto più appartengono al mondo naturale, non derivato da trasformazione industriali,  più esso steso è sostenibile.- ancora la possibilità di controllo del prodotto alla fine del ciclo vitale per il quale è stato generato,  pensato per una nuova rinascita, ridurrebbe a rifiuto da scarto il minimo auspicabile, traducendo il tutto   in un utilizzo minimo di discariche a salvaguardia certa dell'ambiente.
Cosa assolutamente fondamentale, nella convinzione della ricerca sostenibile, è data dalla minimalizzazione dell'impatto ambientale misurabile con diversi parametri ma certamente il fondamentale investe: la salvaguardia e la bonifica continua  dell'ambiente stesso. 
Nell'interpretazione generica e superficiale del rispetto delle risorse naturali, sembrerebbe, paradossalmente, che le stesse risorse naturali non vadano utilizzate; meno consumo nel rispetto dell'ambiente di prodotti industriali a favore delle risorse naturali significa invece, che la sostenibilità è:
- meno inquinamento, attraverso  l'uso appropriato  di risorse naturali per il benessere globale non ultimo quello della qualità della vita e la salvaguardia dell'umanità.


Diremo meglio:
"l'utilizzo di materie prime naturali con il minimo  investimento energetico al fine di ottenere un prodotto più prossimo al chilometro zero capace di essere programmato anche per un nuovo ciclo di vita che eviti o minimizzi il generare rifiuti da scarto per il benessere collettivo tendente all'ottimizzazione sostenibile ambientale globalizzata". 


giuseppe antonio arch.longhitano. By Deltiepolo


addi 24/02/2014


 




USO DI LEGANTI NATURALI. In riferimento all'uso di calce idrata in polvere o grassello di calce. (nota generata da un confronto sulla necessita di usare o meno calce idrata in polvere per la formulazione di malte naturali).

Premesso che l'individualità ed il centrismo soggettivo implichi la ristrettezza personale che ogni uomo ha l'obbligo di emancipare, mi sento quasi in dovere di aggiungere la mia in complemento a considerazioni di confronto in merito all'argomento trattato.

Cercando di dare una logicità a quanto intendiamo sostenere e sottolineando che ci orienteremo sull'uso delle calci con comportamento idraulico, specifico per manufatti storici diremo.

Fin dai tempi Vitruviani ma certamente molto prima, fino ai nostri giorni, il concetto di cementificazione  finalizzava e finalizza la capacità, per una malta naturale di far presa, anche in ambienti umidi, attraverso la composizione di due elementi  base che per l'appunto sono:
- la calce aerea;
- l'argilla (per approfondire concetto vedi anche INDICE DI IDRAULICITA' DI VICAT data dal rapporto argilla/calcare).
Questi due elementi componendosi, anche allo stato amorfo, si trasformano principalmente in Silicati di Calcio che rappresentano secondo anche la verifica dello Stato dell'Arte (quindi ad oggi) gli unici elementi che garantiscono alla malte naturali comportamento idraulico.  

Per atto dovuto alla storia  che meglio di chiunque altro ci insegna, l'unico Legante Idraulico Naturale che garantisca insieme ad appropriati aggregati (anche questi naturali) malte idraulicamente attive, specifiche per il mantenimento in vita dei  Manufatti storici ereditati è con certezza quello formata da:
SILICATI DI CALCIO escludendo per motivi che oggi non tratteremo i silicati tricalcici (ottenibili oltre una temperatura di 1300° e presenti nei cementi clincherizzati dannosi per i manufatti storici principalmente per la presenza di alluminati tricalcici e aggiunta di gesso).

La tecnologia che contraddistingue lo stato evolutivo di una società rappresenta un punto nodale per il raggiungimento di scopi ottimizzati che devono comunque sempre  essere definiti e quanto piu' controllabili dall'uomo.

La tecnica da adoperare, che non può avvilire i principi sostanziali che definiscono l'utilizzo di materie prime certe e dalla storia sostenuti, deve essere sempre affinata per l'ottenimento e l'applicazione comunque  del solo uso di materie prime come:
- Calcare puro fino al 98%;
- Argille verdi con presenza di biossido di silice non inferiore al 50%;
- Marna con percentuali di carbonato di calcio in massa pari al 35% e argilla in massa pari al 65% (trascureremo, non facendo rifermento alcuno, in questo caso, le marne silicee prediligendo le marne argillose).

A questo punto preme sottolineare che la qualità di un mix è data dal complesso delle  materie prime adoperate e dai  loro componenti mineralogigi naturali che devono essere sempre conosciuti, tutto composto in perfetto equilibrio garantirà il risultato, non certo attribuibile ad un solo elemento se pure di eccellente qualità.

Ricordiamo di usare sempre:
- CALCE CALCICA,
- CALCE IDRAULICA NATURALE NHL.
 In funzione dei casi, useremo: grassello di calce, calce idrata in polvere, calce idraulica naturale, cocciopesto e/o pomice (per questo ultimo elemento rimando ad altra discussione).

Mai e Guai ad usare: Cemento Portland, Calce Idraulica HL, calce idraulica naturale - Z.

L'importante e' stabilire quali siano i parametri di lettura sui quali bisogna muoversi, assicurandosi sempre che questi appartengano ad un organico "programma d'intenti" che mai sarà finalizzato su un unico elemento, perché:
- questo, pur di qualità, usato spropositatamente ed impropriamente  decade inevitabilmente in un insuccesso.........
.................perché cambiando i punti di vista cambiano gli intenti prefissati che se non sono integralmente intesi creano solo confusione .........scorrere attraverso il tempo riconoscendo la materia..............................."DelTiepolo"




SULLA SCELTA D'INTERVENTO. Rimuovere o Mantenere gli intonaci di sotto strato nelle Murature Storiche.

E’ importante rilevare che per le murature storiche i conci di roccia, siano essi d’origine ignea o sedimentaria e le malte, insieme componendosi, definiscono le parti essenziali e strutturali dell’edificio.
Spesso la valutazione di rimuovere o non rimuovere gli intonaci di sottostrato, presenti nell’immobile oggetto di Recupero, è uno dei grossi quesiti che ogni professionista deve affrontare.
Possiamo, come principio, dire che l’interesse principale per un sano Restauro Conservativo è di intervenire con procedure meno invasive e distruttive possibili.

I CASI  CHE PERMETTONO DI PROCEDERE ALLA RIMOZIONE.

Si esclude la possibilità, a priori, di mantenere quelle malte di sottostrato che possono essere definite come applicazioni di interventi successive alla matrice di fabbrica e comunque che presentino quelle caratteristiche di malta bastarda assoggettata da presenza eccesiva di calce libera residua che consente la formazione di:
acidi deboli come bicarbonato di calcio, gessi derivati dalla combinazione con solfati, ettringite derivata dai solfati che si combinano con gli alluminati tricalcici presenti nei cementi portland comunemente ed impropriamente impiegati; queste patologie, molto spesso, definiscono il decadimento (rilevabile, in fase avanzata, anche ad occhio nudo) delle malte presenti nel manufatto oggetto di recupero.

Si specifica che malte “basiche”, quindi anche a base calce, non sono indicate in ambienti umidi, molto spesso invece ricorrenti in edifici storici;
quando non sono stati rinvenuti intonaci, coevi al corpo di fabbrica, è sicuramente possibile che interventi manutentivi successivi, alla data di nascita del manufatto in esame, abbiano finalizzato la rimozione e l’applicazione anche di malte non idonee alla muratura preesistente spesso erroneamente basiche.
Possiamo affermare che anche in presenze di malte a base calce, storicizzate e decadenti è consigliato, nell'intervento di Restauro, sempre aggiungere nelle nuove formulazioni di malte a base di  calce materiali pozzolanici come: pomice, cocciopesto, sabbie silice; comunque atte a rendere le malte “idraulicamente attive” in modo naturale, idonee ad una muratura storiche che per natura soffre l’umidità .

PRESENA DI LICHENI E CONSEGUENTE ATACCO BATTERIOLOGICO.

Un altro caso di degrado, che molto spesso definisce la scelta della rimozione degli intonaci di sottostrato, è quello dato dalla nidificazione dei licheni.
I più pericolosi, non sono certo quelli di superficie rilevabili sullo strato esterno dell’intonaco ( che potrebbero essere eliminati con trattamento biocida) ma, senza ombra di dubbio più pericolosi sono i licheni annidati, su fratture definibili a ragnatela, che determinano un attacco di sottostrato che molto spesso genera un distacco di porzioni di lastre d'intonaco, nel suo intero spessore, fino alla porzione muraria definita dalla interfaccia di adesione tra intonaco di sottostrato e la muratura fatta di conci e listatura. Questo tipo di distacco è rilevabile attraverso battitura del corpo d'intonaco esaminato.

QUALI  INTONACI  MANTENERE.

Gli intonaci da mantenere saranno, oltre a quelli che caratterizzano la matrice generante la nascita dell’immobile, anche quelli applicati in interventi postumi ed  identificabili come conformi per caratteristica morfologica chimica e meccanica ai principi d'applicazione di malte naturali.
In ogni caso gli intonaci da mantenere dovranno presentarsi: stabili e ben solidi, privi da attacchi di licheni (di profondità) prima e batteriologici dopo che inficerebbero sempre la staticità dell’intero pacchetto degli intonaci esaminati, principalmente per l’impossibilità di debellarli integralmente.
Fatte salve le analisi di partenza fin qui esposte, sempre e per ogni caso, si procederà con accurata analisi, questa caratterizzerà il nostro intervento in modo da perseguire  decisioni quanto più appropriate, per  la salvaguardia ed il mantenimento nel tempo del manufatto in esame.
L’intervento che definisce il mantenimento o la rimozione dell’Intonaco Storico o Storicizzabile, necessita di metodiche Specialistiche progettate, perseguite e specifiche  per ogni singolo caso preso in esame.
Addì 16 maggio 2012                                               




RESTAURO CONSERVATIVO . VIVERE D'ARTE.
E' tutta questione di punti di vista.
Come scegliere di far Crescere la propria cultura.
 
PER ASSOCIAZIONE DI IDEE. LE MIE DOMANDE.
  1. Chi e cosa perseguire per alimentare il proprio sapere. Scegliere un narratore o un artista? Un soldato o uno stratega.  Un visitatore d'arte o un narratore d'arte. Un detentore d'arte o un produttore d'arte. Il punto di vista dipende dalla tua posizione,  che può essere occasionale oppure voluta..... la differenza si colloca sul livello di consapevolezza. Tutto è uno scalare e per associazione di idee, assieme al tutto ci si può evolvere. 
  1. Chi vuole i conflitti interiori o sociali? Chi li alimenta da ciarlatano oppure un idealista. 
Chi ha il diritto di insegnare? Magari chi ha voglia di dare ma necessita, ovviamente, che ci sia chi ha voglia di ricevere.
  1. Perché si cerca l'arte? Colui che ama le gallerie d'arte non è un artista, può essere certo uno che vive l'arte, la annusa, la percepisce, la frequenta. L'artista è colui che l'arte la produce; avere voglia di esternarla è ancora altra cosa.
Solo un luogo aperto può essere visitato e magari esplorato; possederlo non significa averlo visitato.

Un opera d'arte come deve essere gestita dal momento che necessita di  mantenimento e comincia a diventare altro rispetto a quello per la quale è stata pensata e creata?
Ma cosa è un opera d'arte? Accademismo, Tecnica oppure Interiorità Manifesta.
Cos'è il Restauratore cosa deve essere? Operatore o artista? Tecnico dell'arte, manutentore oppure colui che produce arte? Mantenere l'emozionalita o produrre emozione?

E' il tempo di entrare in intimità con la  coscienza o meglio definire la  consapevolezza intellettuale.
    La ricerca si manifesta nell'intrinseca crescita umama e sociale. L'evoluzione dell'uomo che si confronta: tra quello  che è stato, tra quello che è, tra quello che sarà e potra diventare. 
    Tutto trova forza e si concretizza nell'Eccellenza. 
Venditore D'Arte o Produttore D'Arte.
Quanto è importamte il Tuo punto di vista..............purtroppo tanto.
Tanto da fare diventare infinitamente piccola oppure infinitamente grande la cosa che guardi ed hai puntato.........

"è tutto può sembrare inutile rispetto all'infinito ignoto che è l"essenza della Vita stessa.
La Materia e/è L'Uomo".
Perché è meglio vivere una vita di passione piuttosto che vivere una vita meccanica.

13 marzo 2014        By DelTiepolo.




PRIMO INCONTRO: documento riportato dal web.
Dott. Architetto Giuseppe Antonio Longhitano TEL.3401663703

In questo sito si parla di Recupero Conservativo con applicazione di malte naturali idraulicamente attive esenti da additivi e pigmenti.
Questo primo messaggio finalizza la possibilità di un confronto atto a definire tutti quei parametri che servono ad argomentare, appunto, applicazioni di malte naturali che possano essere condivise e concordate al fine di evitare equivoci e differenti interpretazioni.

La cosa che mi preme sottolineare è, che questo luogo o meglio questo canale, non pretende:
di dare indizzi assoluti, nè verità acquisite, nè tantomeno svilire il lavoro di altri professionisti e altre persone che operano nel settore e non possano essere messi fuori dall'ambito della disciplina per la quale ci proponiamo;
al contrario, è un momento di confronto che dovrebbe ottimizzare le esperienze reciproche che servano solo per la salvaguardia dei manufatti storici per un recupero trasparente che non abbia indizi falsi, o false pretese che non rientrino in quegli schemi che non sono frutto di slogan o di falsi intenti ma che sono: l'esperienza diretta di elementi di riferimento tramandati che vengono applicati secondo lo stato dell'arte che finalizza l'ottimizzazione del risultato che non deve essere occasionale ma assolutamente perseguito e definito.

Nessuno sarà o potrà essere escluso dal momento in cui questo voglia inserirsi in un ambito che non privileggia il soggetto ma privileggia il manufatto; l'esperienza, che detta quali siano i parametri di identificazione di utilizzo di malte naturali può sempre essere confrontata e deve comunque avere riscontro oggettivo non solo verbale ma esecutivo.
A questo proposito, uno dei parametri sostanziali che non deve essere assolutamente disatteso, per questioni che dipendono da esperienza acquisita è che:
il prodotto necessario per il recupero conservativo, in particolare modo nell'utilizzo di malte naturali idraulicamente attive, non finalizza:
- nè miscele che definiscono premiscelati che necessitano di essiccazione degli aggregati, anticipata prima del confezionamento,
- nè tanto meno aggiunta di additivi di qualsiasi natura che possano servire per correggere migliorare e definire parametri che altrimenti potrebbero essere disattesi;
dico  questo perchè, cosi come tramandato dalla storia, attraverso l'esperienza dei manufatti storici ereditati, si possono confezionare malte naturali, partendo da aggregati disposti in curva dove si conosce sia l'assortimento granulometrico che i contenuti mineralogici e i leganti naturali, senza aggiungere nessun tipo di additivo finalizzato a dare:
- macroporosità o resistenze accelerate o anticipo di presa o fluidificanti e tutto quello che serve per falsificare quei fini di ottimizzazione di un malta che può essere confezionata ed avere tutti quei parametri che necessitano, perchè un manufatto continui a persistere nel tempo.

Il punto fondamentale è:
- ottenere malte naturali idraulicamente attive finalizzate per manufatti storici, che soffrono di umidità di risalita e quant'altro, rimanendo sulla stessa linea morfologica del manufatto che resta elemento biunivoco con il luogo in cui insiste.

Queste brevi affermazioni, che non mirano a nessun atteggiamento di presunzione, spero possano trovare riscontro in chi come me cerca:
- di ottenere un prodotto di massima qualità, che al confronto con qualsiasi altra posizione non riscontri solo delle chiacchere ma dei fatti circostanziati e ben visibili e riscontrabili, che mirano ad una applicazione sostenibile e una riduzione al minimo dell'impatto ambientale, quindi non solo come resa qualitativa o risposta conclusiva ma: tutto quello che concerne la preparazione del pacchetto.

Addì 16 novembre -2011
principio fondante "malte naturali deltiepolo"





L'Opera D'Arte e la sua Concettualità.
Il giusto approccio all'intervento di Restauro Conservativo.
 
L'Opera D'Arte necessita  di Restauro Conservativo?
Interventi ammissibili:
conservazione, demolizione, integrazione.
Utilizzo di tecniche tradizionali.
Materiali naturali  da adoperare.
Quanto tutto questo, erroneamente interpretato, può incidere radicalmente in un intervento di Restauro?  
 
Un possibile schema di lavoro, perseguibile, per delineare quali possano essere le tracce fondamentali da seguire per un giusto approccio ad un progetto di Restauro è quello appresso enunciato.
I punti nodali:
- il progetto generale, raccolta dati;
- la scelta dei materiali da adoperare per l'Opera da Restaurare.
 
Tutto è cosa assai complessa.
 
I protagonisti dell'Opera da Restaurare sono sicuramente: 
IL COMMITTENTE,
IL PROGETTISTA,
L'IMPRESA ESECUTRICE.
 
Proviamo ad identificare una metodica semplificata da seguire.
SULLA METODOLOGIA di PROGETTO 
 
Il Riconoscimento dell'Identità dell'Oggetto d'Arte che deve essere Restaurato è cosa necessaria.
La giusta interpretazione  dell'identità mirerà anche alla possibilità di contestualizzare correttamente l'Opera nel suo territorio.
Come più volte sottolineato, la natura morfologica, consapevolmente interpretata, rappresenterà una delle garanzie certe per una valida schematizzazione di progetto.
 
Lo Stato di fatto dell'Opera sarà dedotto attraverso lo studio e le analisi: 
- delle sue stratificazioni,
- delle sue patologie di degrado. 
Entrambi gli studi serviranno a definirne l'essenza dell'Opera.
 
La corretta interpretazione stratigrafica, aiuterà a percorrere  la crescita evolutiva dell'oggetto da restaurare e darà modo di stabilire:
- la matrice generatrice appartenente alla nascita del manufatto stesso,
- la percorribilità delle sovrapposizioni che nel tempo si sono succedute, dopo la nascita del manufatto stesso, rappresentate dalle possibili diverse integrazioni una per ogni complemento aggiuntivo non coevo a quello primario. 
Questa metodica, definibile come matrice, correttamente perseguita permetterà di definire le basi necessarie per la comprensione di: 
cosa mantenere e cosa eliminare nell'intervento di Restauro.
Le scelte progettuali che scaturiranno da una scrupolosa ed attenta analisi definiranno anche i limiti e gli interventi ammissibili.
Le tematiche di studio consapevolmente applicate serviranno anche a motivare le scelte adoperate. Queste scelte potranno e dovranno essere  giustificabili e correlabili alle tematiche d'analisi sviluppate. 
E' chiaro come sia complesso definire una direttiva metodologica progettuale per un intervento qualitativo di salvaguardia ma e senz'altro possibile stabilire una matrice di riferimento da integrare in funzione di casi specifici.  
 
IL COMMITTENTE
La conoscenza, la sua sensibilità, rappresentano dati fondamentali sui quali tutto l'intervento ruoterà. 
 
SUL  PROGETTISTA
Il Progettista inteso come soggetto competente e sensibile nell'intervento di Restauro Conservativo. 
 
Qualcuno potrà  sostenere ( come in una tavola rotonda tra professionisti è accaduto) che le direttive definite dagli strumenti normativi non posso sostituire l'operato e l'intelletto del soggetto Progettista Conservatore e Restauratore.
Appunto condivisibile . 
La Competenza e la Sensibilità della figura professionale alla quale viene consegnata l'opera, necessita sia alimentate da capacità maturata, costantemente, attraverso contenuti che non troveranno riscontro, solamente, nella mera applicazione della Carta dei Principi per il Restauro ma nella summa data da concetti sostanziali assai importanti come:
 
la maturità culturale,
la maturità intellettuale,
la maturità tecnica più consona all'opera.
Il rispetto di ciò che la Storia rappresenta, devono appartenere al Conservatore che avrà la fortuna ed il  privilegio di intervenire sull'Opera.  
Bisogna, oltremodo sottolineare, che i principi del Restauro Conservativo devono essere frutto di sintesi maturata che caratterizza il DNA dello stesso Conservatore.
IL Conservatore ha l'obbligo di ricordare che è il soggetto definibile come:
colui che è chiamato ad interpretare, osservare, conservare e tramandare l'Opera;
il suo intervento non sarà quello che, nella sua intima visione, farà diventare l'Opera la manifestazione di se; il suo operato dovrà definire invece, attraverso capacità scientifica, la salvaguardia della storia che l'Opera racchiude anche attraverso lettura di continuità nel rispetto del Restauro da affrontare. 
 
CONSIDERAZIONI
 
Da quanto fin qui esposto sono maturati, nella scrivente, due  principali e sostanziali elementi, e vale la pena sottolineare:
- la Storicità del Manufatto intesa come Opera che racconta anche ciò che l'Uomo è Socialmente,
- l'Essenza Strutturale del Manufatto,  intesa come  Sostanzialità Materica che non prescinderà mai da ciò che l'Opera stessa rappresenta. 
In virtù di quest'ultima affermazione non è pretenzioso dichiarare che un Conservatore-Restauratore deve operare secondo una scala metrica che definisca, in fase progettuale,  un rapporto diretto tra "opera e sociale storico": 
- quanto più  l'Opera è vicina o prossima ad un vincolo meramente storico e monumentale, quanto più quest'Opera è distante dalla sua fruibilità-funzionalità quindi definibile come effige, tanto più saranno ristrette e limitate le possibilità, per colui che interviene, di adoperare modifiche. 
Resta da sottolineare che in qualunque caso la Sostanza Materica costituente l'Opera, resta e resterà l'elemento nodale per un sano intervento di Restauro Conservativo: sia che l'opera debba essere conservata come effige, sia che debba mantenersi o trasformarsi anche in opera usufruibile. 
 
NOTE RIASSUNTIVE
 
Le premesse fin qui esplicitate sottolineano quanto sia complesso argomentare tematiche che definiscano le scelte progettuali da perseguire;
ancora come le tecniche esecutive ed i materiali appropriati da adoperare siano di assoluta complessità, principalmente, perché queste non definiscono solamente una mera applicazione esecutiva ed estetica concretizzata da semplice riscontro formale e  cromatico.
In considerazione  di questa ultima nota diremo
 
un sano Progetto Conservativo perseguirà sempre:
- la sostanziale comprensione morfologica dell'Opera e la natura materica che la compone,
- le tecniche e i materiali naturali, necessari per il Restauro dell'Opera, essi rappresenteranno sempre ed in ogni caso i riscontri nodali necessari per definire e perseguire un  qualificato intervento,
- lo studio attraverso la stratificazione materica, che servirà a definire anche le porzioni non coeve alla nascita dell'opera, questo permetterà di determinare progettualmente cosa mantenere e cosa eliminare,
 
FONDAMENTALE
le scelte tipologie d'intervento e dei materiali saranno identificati dalla caratterizzazione dell'Opera ed il suo territorio, le scelte dei materiali naturali da applicare avranno contenuto mineralogico conforme alla natura dell'opera stessa.
 
Potrebbe sembrare eccessivo aver tentato di delineare una così articolata argomentazione, solamente per tracciare i possibili percorsi da seguire anche attraverso le scelte che finalizzano:
le tecniche e i materiali naturali da adoperare e applicare  conformi all' intervento di Restauro.
Risulta  invece interessante sottolineare come il tutto evidenzi la necessità di scelte scientifiche e fortemente finalizzate che non possono scaturire da superficiali interpretazioni meramente speculative, queste ultime spesso non hanno niente a che vedere con i concetti pertinenti alle Opere d'Arte da Restaurare e Conservare.
 
E' evidente come sia possibile, comunque, semplificare e definire l'Opera che necessita d'intervento come:
- oggetto che mantiene la funzionalità ma che riveste interesse storico,
- oggetto che definisce attraverso la sua effige l'essenza esplicitata in Opera d'Arte. 
 
Si comprende  quanta difficoltà ci sia nella giusta interpretazione sull'intervento di Restauro, soprattutto quando si devono fare i conti con realtà commerciali.
Il rischio maggiore si ha quando individui, semplici mercenari, interpretano l'intervento di Restauro come una buona occasione speculativa.

Necessita, quindi in conclusione, aggiungere un elemento fondamentale a tutela e salvaguardia delle Opere che necessitano di interventi per il loro mantenimento in vita:
- la cultura, la conoscenza, la consapevolezza e l'unico freno possibile che possa garantire e ridurre al minimo l'errore umano,
- la Committenza la proprietà, il gestore dell'Opera è il primo responsabile di una cattiva interpretazione ed esecuzione. 

Tutto spesso si concretizza e si definisce nella piattezza e nella  illusorietà di una verifica di spesa, ma molto  spesso la qualità di un intervento consapevolmente progettato, elaborato ed eseguito, produce elevati benefici perseguibili con costi accettabili e conformi alle auspicabili aspettative qualitative necessarie e richieste.
Guai a percorrere strade semplificate e dettate, prima ancora che da un'analisi oggettiva di costi-benefici, dall'incapacità di gestire appropriatamente l'oggetto d'Arte in esame.
Quest'ultimo punto deve essere chiaro tanto da non creare equivoci, perché troppo spesso, anche attraverso l'inconsapevolezza di qualcuno si cerca di perseguire quello che altrimenti non si riuscirebbe ad ottenere.
L'egoismo e l'ottusaggine di qualcuno, opponibile a tutto quanto di propositivo fin qui elencato, spesso definisce improponibile e infattibile quello che invece è rappresentato dal proprio limite oppure ancora peggio dal proprio interesse.
 
arch.g.a.longhitano By DelTiepolo
 
 



Il  decoro urbano dei Centri Storici.

Le riflessioni sul Decoro Urbano spingono ad identificare le finalità da perseguire per ottenere tale intendimento.
 
Il significato attribuibile:
per decoro urbano può intendersi tutto quello che rientra in una auspicata qualifica del contesto urbano e di quello che in esso è contenuto.
I soggetti coinvolti sono: 
coloro che vivono il contesto urbano,
coloro che modificano il contesto urbano con l' ordinario uso. 
Coloro che sono tenuti attraverso gli strumenti attuativi a mantenere e modificare il contesto urbano, sono fondamentali, ma implicano considerazioni più ampie che in questo capitolo non valuteremo.
 
Dalle brevi, identificazioni, sopra elencate si evince che coloro che godono del contesto urbano e quindi degli elementi che in esso soni contenuti, possono riassumersi come:
fruitori occasionali,
fruitori ordinari,
fruitori proprietari.
 
È evidente come emerga che la Committenza preposta per il Mantenimento ed il Restauro dei Centri Urbani possa essere definita come sotto indicato, seguendo una nuova interpretazione della Proprietà Indivisa; quindi avremo: 
 
A - soggetto effettivamente proprietario di un manufatto,
B - semplice fruitore inteso come Individuo che usufruisce del contesto urbano, individuabile come proprietario temporaneo.
 
Esso quindi può essere identificabile come una Nuova Figura Sociale proprietaria dei Luoghi  e delle Cortine Prospettiche inseribili in una nuove visione, appunto, di roprietà indivisa.
 
Bisogna specificare come il concetto di proprietà indivisa, intesa come bene comune, assuma un significato profondo  in riferimento ai doveri di Manutenzione  e Restauro del Contesto Urbano quindi del Manufatto Storico o Storicizzabile.
 
Risulta importante quindi intendere:
il luogo ambiente inteso come bene comune;
le Cortine Prospettiche intese come bene comune;
individui che godono del bene comune.
 
Punti appresso elencati ma non esplicitati:
la manutenzione del bene comune, per opera dei soggetti fruitori tutti;
la manutenzione  del bene comune per opera degli enti preposti;
Il restauro atto al mantenimento del bene comune;
la trasformazione del bene comune.
Interventi manutentivi ordinari.
Interventi manutentivi straordinari.
1 identificazione dell'opera.
2 identificazione delle opee di intervento.
 
ARGOMENTO SOSTANZIALE inteso come principio:
FORMAZIONE INDIVDUALE, SENSIBILIZZATA VERSO IL BENE COMUNE DA SALVAGUARDARE ATTRAVERSO CAPACITÀ DI LETTURA CULTURALE E OPPURTUNA CAPACITÀ di riconoscere un intervento manutentivo di qualità conforme alla morfologia dei luoghi.
 
QUAL'È l'intervento di qualità? 
Quali soni gli interventi ordinari manutentivi?
Chi è preposto ad intervenire sul decoro ed il rirpistino ambientate?
 
Elenco Sostanziale. Analisi dei Centri storici
Punti appresso elencati a cascata:
 
1 - DECORO URBAMO DEI CENTRI STORICI. INTONACI E LAPIDEO.
2 - RISPOSTA MORFOLOGICA RAPPORTO TRA MANUFATTO E TERRITORIO, la necessita di utilizzo di materiali naturali ottenuti per formulazione.
3 - QUALITÀ CROMATICA RISPOSTA MATERICA.
4 - SCELTE PER IL DECORO URBANO.
5 - MATURITÀ INTELLETTUALE IN CONFORMITA AD UNA RICHIESTA CONSAPEVOLE CHE MIRA AD INTERVENTI DI QUALITÀ. 
6 - DECORO SECONDO VIVIBILITA' SOSTENIBILE .
7 - QUALITÀ AMBIENTALE come RISULTATO DI CONSAPEVOLE MANUTENZIONE E RESTAURO.
 
Ancora.
8-MANUTENZIONE-RESTAURO-CONSERVAZIONE/FRUITORE-MANUTENTORE-RESTAURATORE.
9 - CONTESTO URBANO-AMBIENTE APERTO PIAZZE-PARCHI; EDILIZIA-MANUFATTO-MONUMENTO.
 
QUALITÀ URBANA AMBIENTALE
Ambiente non inquinato assenza di contaminanti.
MANUFATTI  manutenzione e restauro, sensibilità ed interventi consoni.
QUALE DECORO?
RESPONSABILITA' CONFINI DI PROPRIETA' concetto del BENE COMUNE.
 
Conclusione
LA RIPARTIZIONE DEI COSTI DI MANUTENZONE?
 
Addi 27 dicembre 2013   
arch. Giuseppe Antonio Longhitano By DelTiepolo
E-Mail archgalonghitano@gmail.com
Cell. 3401663703
 

 



RECUPERO CONSERVATIVO. Ecco come cresce l'interesse degli "addetti ai lavori" nel mondo delle MALTE NATURALI PER MANUFATTI STORICI

Oggi sembra siano tanti ad affannarsi e tendere la mano verso un sano Recupero Conservativo eseguito con tecniche e materiali conformi alla tradizione e nel rispetto della morfologia dei luoghi.
Da più parti rilevo corsi di formazione finalizzati alle tecniche di posa, all'uso ed alla formulazione di malte base cocciopesto, calce e calce idraulica naturale.
Il comune denominatore sembra lo stesso.....chiunque professi l'utilizzo di materiali naturali attraverso l'applicazione di tecniche tradizionali, sembrerebbe il possessore della verità assoluta ed uno dei pochi, abilitato ad intervenire correttamente, perchè vero guru della materia.
Stancante constatare che in molti organizzano, con l'affano di chi vuole essere il primo, corsi formativi: sull'utilizzo  e l'applicazione di malte naturali.
Ho cercato di focalizzare e ricercare dati certi che indichino i contenuti ed i principi, atti a determinare un unico linguaggio inequivocabile, che accomunino l'utilizzo di malte naturali.
Le scelte migrano dalla sostanziale identificazione  sull'uso della calce, preferibilmente, calcica lavorata a grassello con diverse stagionature, all'impiego di materiali pozzolanici di diversa valenza; scorrendo tra composti che si spostano dal cocciopesto, alla pomice, fino ad un possibile utilizzo di sabbie silicie non si esclude ovviamente l' utilizzo di calce idraulica naturale; si trova anche qualche timida indicazione attraverso l'applicazione di caolino, qualcuno abozza sull' utilizzo di additivi naturali di natura vegetale o organica, qualche altro si spinge nelle nano tecnologie; i piu arditi si cimentano nella composizione di nuovi leganti naturali.
Pessimo il tentativo di proporre confezionati a base di silicato di potassio, falso d'autore sfacciatamente dichiarato.
Qualcuno cerca anche conforto, affannandosi ad indicare le note certe, inerenti la materia, di uno dei massimi esponenti del mondo antico "Marco  Vitruvio Pollione" chiamato a supporto di chi vuole dimostrare di sapere, utilizzandoLo come garante della propria conoscenza..............
Attenzione al fumo negli occhi ed a coloro che si nascondono dietro frasi fatte usate proprio come specchi per le allodole.
By DelTiepolo






IN RIFERIMENTO ALL'USO DI MALTE NATURALI ARTIGIANALI E CONFEZIONATE IN CANTIERE.

Mi preme sottolineare, essendo un cultore di tecniche ed utilizzo di malte naturali confezionate in cantiere, che la strada visibile e identificata da quanto riscontrabile principalmente su FB è interessante ma da attenzionare.
Gli intenti percorribili sull'utilizzo ed impiego di malte naturali resta sostanziale e comunque valido per ogni cantiere, necessita definire a scanso di equivoci quali siano i materiali identificabili come naturali.
Bisogna distinguere e sottolineare cosa significhi elaborare "mix di malte naturali in cantiere" ottenute come:
- mix elaborato con il sostegno ed indicazioni oltre la mano esperta di un posatore;
- MIX DESIGNI DI MALTE NATURALI CONFEZIONATE IN CANTIERE secondo uno schema progettuale definito da tecnologo che si avvale di manodopera specializzata atta ad eseguire una procedura voluta e ottimizzata.
Per una necessaria comprensione ed una direttiva concettuale ed operativa, bisognerebbe trovare un confronto e rispondere a domande su temi fondanti come:
1 - cosa si intenda per malte naturali;
2 - cosa significhi adoperare malte esenti da sostanze chimiche correttive;
3 - quali sono le procedure per ottenere un mix naturale, artigianalmente prodotto ed impiegabile secondo principi scientificamente definiti e garanzia certa dei risultati perseguiti;
4 - quanto un mix naturale deve essere distante dall'occasionalità di risultato;
5 - la differenza tra un mix naturale odierno artigianalmente prodotto  e quello perseguito in periodi in cui non si poteva comprendere a pieno il significato mineralogico dei composti;
6 - quale sia la giusta sovrapposizione di scelte per l'ottenimento di un mix naturale che rispetti i dati ispirati dalla conservazione e lo stato dell'arte.
E' Importante non confondere o meglio chiarire quindi , attraverso confronto, due fondamentali aspetti:
A - l'utilizzo di materie prime dettate, perseguite ed applicate secondo occasionale tendenza;
b -  mix di malte naturali artigianalmente prodotte ma che definiscono garanzia certa di risultato sotto la definibile identificazione di MALTE D'AUTORE.




http://cartaprincipirestaurosostenibile.blogspot.com/


"Un qualificato Progetto di Restauro, comincia con un buon Rilievo; la capacità di Conservare è direttamente proporzionata all'Intimita' che deve necessariamente crescere tra il Conservatore ed il Manufatto stesso"

Disegno e Rilievo. Cortile Ornamentale. Collegio dei Gesuiti. Catania.
Arch. Giuseppe Antonio Longhitano. By DelTiepolo

Disegno e Rilievo. Cortile Ornamentale. Collegio dei Gesuiti. Catania.
Arch. Giuseppe Antonio Longhitano. By DelTiepolo

 
 














http://malte-naturali-cocciopesto-deltiepolo.blogspot.it/2014/03/insieme-produciamo-come-una-fabbrica.html


https://www.facebook.com/notes/giuseppe-antonio-tiepolo/restauro-conservativo-vivere-darte-e-tutta-questione-di-punti-di-vista-come-sceg/10152359922937650

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