Malte Naturali D'Autore per Formulazione

Le possibili ed infinite tipologie strutturali delle murature, molto spesso caratterizzate da materiali conformi alla morfologia dei luoghi d’appartenenza, possono essere trattate attraverso l’identificazione degli elementi principali, che costituiscono i muri portanti, come i conci e le malte. Questi, componendosi, definiscono la qualità statica dei Manufatti.



E’ importante rilevare che per le murature storiche i conci di roccia, siano essi d’origine ignea o sedimentaria e le malte, insieme componendosi, definiscono le parti essenziali e strutturali dell’edificio.



Trattando di malte, quindi, il luogo ed il tempo opportuno prima di tutto è quello che appartiene alla fase investigativa che servirà a definire quella progettuale.



Tale fase, nel rispetto delle preesistenze, deve essere curata con scrupoloso intendimento, perché, la composizione mineralogica dei composti, il rapporto in volume definito dagli aggregati sul legante, le conseguenti caratteristiche meccaniche finali delle miscele, attraverso una sapiente posa, diano risultati soddisfacenti e durevoli.



In merito al rapporto in volume tra aggregati e legante occorre ricordare l’importanza di quantità decrescenti di quest’ultimo. Le miscele che compongono il rinzaffo, la rincocciatura, il traversato e la finitura, devono avere resistenze di compressione, flessione e modulo elastico, decrescenti secondo dati definibili anche attraverso prove fisiche.



Assoluta rilevanza riveste la conoscenza della tipologia morfologica e strutturale della roccia e della malta d’allettamento, presente, nel manufatto in esame da recuperare e conservare. Le caratteristiche intrinseche, delle murature preesistenti, rappresentano i dati di partenza per definire un mix di malte appropriate da realizzare ed adottare.



Le scelte progettuali delle malte contribuiscono, in maniera sostanziale, sia in termini strutturali, sia in resa cromatica, in particolare quando quest’ultima è ricercata solo attraverso l’uso d’aggregati naturali senza aggiunta d’additivi coloranti.



La malta per finitura non è solamente mera espressione coloristica, ma parte integrante dell’intero pacchetto che compone i diversi strati del corpo murario che devono assorbire e trasudare in modo consequenziale a garanzia di continuità e scambio.




La cromia finale, del manufatto, non è effetto percettivo affidato solo ad una pellicola superficiale ma risultato materico che assume spessore e profondità.


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DOTT. ARCH. GIUSEPPE ANTONIO LONGHITANO
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"CONSULENZA e PROGETTAZIONE SPECIALISTICA SULLA FORMULAZIONE ED APPLICAZIONE DI MALTE NATURALI BASE COCCIOPESTO, CALCE AEREA E CALCE IDRAULICA NATURALE". A: tutti coloro che credono nella possibilità di impiegare "MALTE NATURALI SOSTENIBILI" e sono convinti che il Patrimonio Storico-Culturale sia bene di tutti e che tutti possono sentirsi parte in causa attiva per la salvaguardia ed il benessere del NOSTRO TERRITORIO e dei NOSTRI CENTRI STORICI, intesi come rapporto biunivoco tra "morfologia territoriale e morfologia urbana". dott. arch. giuseppe antonio longhitano

venerdì 18 settembre 2015

SULLA SCELTA D'INTERVENTO. Rimuovere o Mantenere gli intonaci di sotto strato nelle Murature Storiche.

E’ importante rilevare che per le murature storiche i conci di roccia, siano essi d’origine ignea o sedimentaria e le malte, insieme componendosi, definiscono le parti essenziali e strutturali dell’edificio.
Spesso la valutazione di rimuovere o non rimuovere gli intonaci di sottostrato, presenti nell’immobile oggetto di Recupero, è uno dei grossi quesiti che ogni professionista deve affrontare.
Possiamo, come principio, dire che l’interesse principale per un sano Restauro Conservativo è di intervenire con procedure meno invasive e distruttive possibili.

I CASI  CHE PERMETTONO DI PROCEDERE ALLA RIMOZIONE.

Si esclude la possibilità, a priori, di mantenere quelle malte di sottostrato che possono essere definite come applicazioni di interventi successive alla matrice di fabbrica e comunque che presentino quelle caratteristiche di malta bastarda assoggettata da presenza eccesiva di calce libera residua che consente la formazione di:
acidi deboli come bicarbonato di calcio, gessi derivati dalla combinazione con solfati, ettringite derivata dai solfati che si combinano con gli alluminati tricalcici presenti nei cementi portland comunemente ed impropriamente impiegati; queste patologie, molto spesso, definiscono il decadimento (rilevabile, in fase avanzata, anche ad occhio nudo) delle malte presenti nel manufatto oggetto di recupero.

Si specifica che malte “basiche”, quindi anche a base calce, non sono indicate in ambienti umidi, molto spesso invece ricorrenti in edifici storici;
quando non sono stati rinvenuti intonaci, coevi al corpo di fabbrica, è sicuramente possibile che interventi manutentivi successivi, alla data di nascita del manufatto in esame, abbiano finalizzato la rimozione e l’applicazione anche di malte non idonee alla muratura preesistente spesso erroneamente basiche.
Possiamo affermare che anche in presenze di malte a base calce, storicizzate e decadenti è consigliato, nell'intervento di Restauro, sempre aggiungere nelle nuove formulazioni di malte a base di  calce materiali pozzolanici come: pomice, cocciopesto, sabbie silice; comunque atte a rendere le malte “idraulicamente attive” in modo naturale, idonee ad una muratura storiche che per natura soffre l’umidità .

PRESENA DI LICHENI E CONSEGUENTE ATACCO BATTERIOLOGICO.

Un altro caso di degrado, che molto spesso definisce la scelta della rimozione degli intonaci di sottostrato, è quello dato dalla nidificazione dei licheni.
I più pericolosi, non sono certo quelli di superficie rilevabili sullo strato esterno dell’intonaco ( che potrebbero essere eliminati con trattamento biocida) ma, senza ombra di dubbio più pericolosi sono i licheni annidati, su fratture definibili a ragnatela, che determinano un attacco di sottostrato che molto spesso genera un distacco di porzioni di lastre d'intonaco, nel suo intero spessore, fino alla porzione muraria definita dalla interfaccia di adesione tra intonaco di sottostrato e la muratura fatta di conci e listatura. Questo tipo di distacco è rilevabile attraverso battitura del corpo d'intonaco esaminato.

QUALI  INTONACI  MANTENERE.

Gli intonaci da mantenere saranno, oltre a quelli che caratterizzano la matrice generante la nascita dell’immobile, anche quelli applicati in interventi postumi ed  identificabili come conformi per caratteristica morfologica chimica e meccanica ai principi d'applicazione di malte naturali.
In ogni caso gli intonaci da mantenere dovranno presentarsi: stabili e ben solidi, privi da attacchi di licheni (di profondità) prima e batteriologici dopo che inficerebbero sempre la staticità dell’intero pacchetto degli intonaci esaminati, principalmente per l’impossibilità di debellarli integralmente.
Fatte salve le analisi di partenza fin qui esposte, sempre e per ogni caso, si procederà con accurata analisi, questa caratterizzerà il nostro intervento in modo da perseguire  decisioni quanto più appropriate, per  la salvaguardia ed il mantenimento nel tempo del manufatto in esame.
L’intervento che definisce il mantenimento o la rimozione dell’Intonaco Storico o Storicizzabile, necessita di metodiche Specialistiche progettate, perseguite e specifiche  per ogni singolo caso preso in esame.
Addì 16 maggio 2012

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